31 marzo 1996

Francesco Marcone

Chi è Francesco Marcone

L’Amministrazione Provinciale di Foggia ha dedicato il nome della Scuola di P.A. a Francesco Marcone, il Direttore dell’Ufficio del registro di Foggia assassinato il 31 marzo del 1996 alle ore 19,15 sotto il suo portone di casa.

Francesco Marcone l’esempio del funzionario che con il suo quotidiano lavoro, non cedendo a lusinghe e corruzioni ma continuando per la sua strada denunciando spesso situazioni ambigue, ci ricorda che lo STATO siamo noi, in particolare ci rammenta che la difesa della legalità si attua attraverso l’esercizio delle proprie funzioni: semplicemente senza clamori.

L’Amministrazione Provinciale per non dimenticare e, in particolare, per ricordare come lo Stato può essere difeso anche semplicemente svolgendo il proprio lavoro con dignità e onestà ha deciso di dedicare la Scuola a quest’uomo, non dimenticando gli altri “uomini e donne” che in PUGLIA hanno voluto vincere questa partita quotidianamente, uomini e donne giusti, uomini e donne che si sono opposti a qualsiasi forma di abuso e di MAFIA pagando un caro prezzo come Francesco Marcone.

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31 marzo 1984

Renata Fonte (Nardò, Lecce, 10 marzo 1951 – Nardò, 31 marzo 1984) è stata una politica italiana.

Renata Fonte fu Assessore alla cultura ed alla pubblica istruzione del comune di Nardò (Lecce) eletta nel 1982 nelle file del PRI-Partito Repubblicano Italiano.

Il 31 marzo 1984 a Nardò (Lecce) due sicari uccidono con tre colpi di pistola Renata Fonte mentre raggiunge la sua abitazione.

Dai tre livelli di giudizio sono stati individuati e condannati gli esecutori materiali, Giuseppe Durante e Marcello My, gli intermediari, Mario Cesari e Pantaleo Sequestro, e il mandante di primo livello, Antonio Spagnolo. Quest’ultimo, collega di partito di Renata e primo dei non eletti alle elezioni amministrative, avrebbe dato ordine di uccidere per risentimento nei confronti di Renata Fonte. Accanto ad una avversione personale di Spagnolo, la sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Lecce dichiara la presenza di ulteriori personaggi, non identificati, che avrebbero avuto obiettivi non raggiungibili con l’elezione di Renata Fonte.

La vicenda di Renata Fonte è stata narrata da Carlo Bollino, nel libro La posta in gioco, edito da Carmine De Benedittis e da Antonella Mascali nel libro “Lotta civile”, nel quale è narrata la vita di Renata Fonte raccontata dai suoi familiari. Dal libro di Bollino è stato tratto l’omonimo film, La posta in gioco, per la regia di Sergio Nasca e interpretato da Lina Sastri, Turi Ferro e Vittorio Caprioli.

In memoria di Renata Fonte nasce nel 1998 l’associazione Donne insieme con l’intento di promuovere la legalità e non violenza sul territorio. Da una intensa collaborazione con la Procura Nazionale Antimafia, la Questura e il Pool Antiviolenza del Tribunale, nasce la “Rete Antiviolenza Renata Fonte”, primo centro antiviolenza, riconosciuto dal Ministero dell’Interno in collaborazione con il Ministero delle Pari Opportunità.

Nel comune di Nardò (Lecce) sono state dedicate a Renata Fonte una piazza e la sala consiliare.