10 settembre 1981

Il Maresciallo dei Carabinieri M.O.V.C. Vito Ievolella.

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Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’Oro al Valor Civile

Il 10 settembre del 1981 alle 20,30 circa, il Maresciallo Vito IEVOLELLA era in compagnia della moglie Iolanda a bordo della loro Fiat 128 in via Serradifalco, stava aspettando che la figlia 20 enne Lucia Assunta uscisse dalla scuola guida dove frequentava un corso per il conseguimento della patente.

All’agguato parteciparono quattro killer mafiosi armati di pistole calibro 7,65 e fucili caricati a pallettoni, giunti a bordo di una Fiat Ritmo, risultata poi rubata, scesi dall’autovettura fecero fuoco in direzione del Maresciallo IEVOLELLA, nell’occorso la moglie riportò una leggera ferita alla regione sopraccigliare destra.

Il mezzo usato dai killer fu dato alle fiamme e quindi abbandonato in via Caruso dove fu ritrovato dai Carabinieri.

Fu chiaro immediatamente che l’assassinio del Maresciallo IEVOLELLA era da inquadrare in un programma mafioso teso all’eliminazione di quanto si opponesse all’espansione degli interessi criminali.

La causa della sua morte va ricercata in un’indagine, svolta nel 1980 e finitosi con un “esplosivo” rapporto dal titolo “Savoca più quarantaquattro”, all’interno della quale erano individuate le gravi responsabilità e i loschi affari di personaggi di spicco della mafia dell’epoca, tra cui la famiglia SPATARO.

Il Maresciallo IEVOLELLA era molto noto negli ambienti investigativi dell’Arma e tra i Magistrati per la sua capacità professionale, per l’impegno investigativo e per la determinazione a fare luce tanto sul delitto comune quanto su quello mafioso.

Prestava servizio a Palermo dalla sua nomina a Vicebrigadiere, prima presso le Stazioni di Palermo Duomo e Palermo Centro e dal 1965 presso il Nucleo Investigativo del Gruppo di Palermo.

Il valore e l’impegno nell’attività investigativa gli erano valsi sette encomi solenni e quattordici lettere di apprezzamento del Comandante Generale dell’Arma, da parte della stampa, aveva ricevuto appellativi come “segugio temuto dai boss” e “specialista in casi difficili”.

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